28 Aprire 2018. A Tivoli, un interessante convegno contro la violenza di genere, con Dacia Maraini, scrittrice; Duilio Loi, pedagogista criminologo; Barbara Amodia, attrice; Luana di Maio, cantautrice; Maria Luisa Cappelli, assessore alle politiche sociali. Ha presentato Daniela di Camillo, presidente dell’associazione “Il laboratorio del Possibile“.
Abbiamo potuto ascoltare, grazie all’ottima interpretazione di Barbara Amodia, tre brani dal libro di Dacia Maraini, “Tre Donne“, e tre dialoghi, tra l’Autrice ed il pedagogista Duilio Loi, intervallati da tre canzoni magistralmente interpretate da Luana di Maio.
In particolare, tra i numerosi stimoli e le tante informazioni, ho colto tre spunti a mio parere da approfondire, soprattutto per chi si occupa del tema della violenza contro le donne. Il primo riguarda la paura. Dacia Maraini ha posto bene in luce come la violenza sia quasi sempre conseguenza della paura: dalle sue esperienze personali e dalle sue osservazioni sulle persone, rileva come troppe volte è la condizione di paura che genera la reazione violenta. L’Autrice non ha fatto riferimenti espliciti al problema della violenza sulla donne, ma resta una proposta da elaborare e da approfondire, sicuramente nuova per questo tema.
Il secondo spunto, proposto ancora da Dacia Maraini, riguarda l’evoluzione del concetto di amore, dal possesso tipico dell’antichità, al “ti voglio bene” che si sta diffondendo oggi. Avendo condotto ricerche scientifiche su questo tema, riferiva come in passato l’innamoramento non fosse così diffuso, mentre la relazione in famiglia era fondata sul possesso, tanto relativamente alla donna, che ai figli, mentre oggi, cominciando dai minori, si passa ad una cultura più orientata alla persona e meno alla proprietà. Un segnale di ottimismo, a mio parere da riprendere e studiare, in vista di aperture soprattutto nella formazione delle nuove generazioni.
Il terzo punto che mi piace prendere in considerazione è stato proposto dal prof. Duilio Loi, a proposito del cambiamento anche nella cultura della legge, osservando come in passato la giustizia fosse orientata soprattutto alla vendetta, mentre oggi si cominci a pensarla in modo riparativo. Dalla legge del taglione, occhio per occhio, ci si sta orientando verso la riparazione o il risarcimento relativamente al danno prodotto, con l’effetto, anche qui in positivo, di una riduzione della violenza, proprio di quella violenza generata dalla paura.
Tre spunti di riflessione su un cambiamento in positivo della cultura e della società: è raro, quando si affrontano questi temi, trovare occasione per vedere spiragli di luce, forse non vicinissimi, ma finalmente di speranza e di proposte per un lavoro che aiuti a migliorare la condizione della donna. Una speranza che sia aggiunge e si affianca a quella che sostiene da sempre il Telefono Azzurro Rosa, nell’impegno concreto per ridurre la violenza sulle donne, e nell’attività sugli uomini, per prevenirla e per aiutarli nell’evitarla. Naturalmente senza predefinire ruoli di genere precostituiti tra carnefici e vittime.
Un sentito ringraziamento, quindi, al Laboratorio del Possibile, e l’impegno per una collaborazione sempre più efficace.
(Alessandro Zucchelli – Volontario del Telefono Azzurro Rosa)