Chiama anonimamente una donna, dalla voce giovanile, che dice di segnalare una situazione di una sua amica più giovane che non ha il coraggio di chiamare. Riferisce che l’amica ha un marito che la controlla in maniera ossessiva, ad incominciare da quando costei esce dal lavoro, sempre puntuale, obbligandola a chiamarlo al telefono e restare in contatto con lui fino all’arrivo a casa. Per di più, quest’uomo avrebbe minacciato la moglie di farle portar via il figlio se osasse dire a qualcuno questa cosa o osasse allontanarsi da casa.
Ovviamente, pur capendo che la persona che narrava tali cose era la stessa che subiva, veniva invitata a dire all’amica di segnalare personalmente anche alle Forze dell’Ordine, oltre che a noi, tali intollerabili comportamenti. Aggiungeva altresì che l’amica era molto disturbata e spaventata, in quanto l’uomo aveva sempre messo in atto le proprie minacce.
Alla richiesta di accompagnare qui l’amica, la signora ammetteva di essere lei a subire le vessazioni, e di conseguenza abbiamo chiesto di fornisci i contatti del marito. Pur con molte esitazioni la signora ha acconsentito che lo chiamassimo presso la nostra associazione.
Come succede spesso, l’uomo non ha avuto particolari problemi ad accogliere il nostro invito, pur senza sapere l’esatto motivo. L’incontro con l’uomo è stato cordiale e non accusatorio, ed ha raccontato “la sua verità”, cioè di essere molto geloso e di volere anche liberarsi di questa patologia che lo tormentava.
Sono stati effettuati vari incontri, anche con specialisti, e tutto è tornato alla normalità: l’uomo ha convertito la propria gelosia in un sincero affetto, e la donna ha potuto cosi apprezzare la famiglia che avevano costruito.