Buona Pasqua!
In occasione delle imminenti festività pasquali, tutti i Volontari del Telefono Azzurro Rosa, unitamente alle 15 donne e bambini ucraini che stiamo ospitando , augurano a tutti gli amici e ai sostenitori della nostra Associazione, che ci stanno aiutando per dare un’accoglienza quanto più partecipata possibile, di trascorre una felice e serena Pasqua nella nostra sede, nella speranza della Pace.
Anche in questo delicato frangente continua comunque la nostra attività di contrasto e di prevenzione nei confronti della violenza sulle donne e sui bambini che, paradossalmente, si acuisce nei momenti conviviali in cui la tradizione invita a riunire le famiglie.
Un augurio particolare a tutti i bambini, soprattutto a quelli, e non sono pochi, che ci hanno chiesto per telefono perché c’è la guerra e di esserne spaventati, perché si possa risolvere l’attuale situazione drammatica, e si ritorni alla Pace.
Genitori-figli: chi sbaglia di più?
Talvolta, anche tra le piccole cronache dei giornali locali – quelle trascurate dalle grandi testate nazionali – si trovano notizie che dovrebbero farci riflettere.
Ricordiamo per esempio l’episodio di un quindicenne trovato a terra, perché ubriaco, che ha rischiato di morire per strada, se non fossero intervenuti degli agenti di Polizia, che hanno provveduto a soccorrerlo, riportandolo poi a casa dai genitori. Quindi, tutto bene quello che finisce bene. Il giorno successivo a questo episodio appare sul quotidiano locale una lettera scritta dalla madre del giovane, la quale accusa innanzitutto il locale che ha servito l’alcol al figlio, poi se la prende con i passanti che non lo avrebbero subito soccorso, ed infine anche con le Forze dell’Ordine, che non avrebbero presidiato adeguatamente la zona.
Nessun ringraziamento a chi ha prestato aiuto al figlio, e nessun rimprovero per il figlio, come ormai è abitudine consolidata di tanti genitori nel nostro Bel Paese.
Ci ha poi colpito la lettera inviata al medesimo giornale di una giovane lettrice di 16 anni, che afferma che si può esplorare il mondo senza sballarsi e senza dover vomitare per strada. Aggiungeva ancora la giovane di essere astemia, di non fumare, di non aver mai fatto uso di sostanze stupefacenti, perché teneva alla sua salute e, di più, alla sua dignità. Concludeva come la madre del giovane, invece di biasimare il figlio in modo anche severo, per essere caduto così in basso, se la prendeva con chi lo ignorava e con chi gli aveva dato da bere. Sottolineava anche che, invece di difenderlo e farlo passare come vittima dell’indifferenza, avrebbe dovuto far capire al figlio che ubriacarsi a quindici anni è vergognoso. Chapeau alla giovane ragazza. Il problema vero di questa vicenda è che, quando i ragazzi sbagliano, molti genitori li difendono invece che ammettere il loro errore. Intervenire a quindici anni è già troppo tardi e sono troppi i giovani che si ubriacano a questa età, come risulta anche dalle statistiche.
Servirebbe, a questo punto, una presa di coscienza da parte dei genitori, il cui atteggiamento iperprotettivo e sempre pronto a scusare tutto, è proprio alla base di tanti fallimenti educativi. Ammettere i propri errori da parte dei genitori, che dovrebbero avere più autorevolezza per correggerli e per recuperare il senso della responsabilità, dovrebbe essere un obiettivo dell’educazione per ogni famiglia. Sono tanti gli adolescenti che già consultano noi del Telefono Azzurro Rosa, e tanti i genitori che con noi si lamentano di giovani violenti: siamo a disposizione di chi volesse un aiuto, con consulenze professionali gratuite.
Ivana Giannetti – Presidente del Telefono Azzurro Rosa
da 35 anni a Brescia
Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2021
Per riconoscere e condividere mediante la informazione e la sensibilizzazione la ricorrenza del 25 novembre, abbiamo pensato di organizzare un evento a tema per mercoledì 24, presso il nostro Parco di Morbidò, in via Via San Zeno 174, a Brescia.
Pochi sono a conoscenza di questa data e del suo significato, scelta in onore delle sorelle Mirabell, attiviste della repubblica dominicana, uccise per la loro opposizione al regime dittatoriale.
I recenti e continui fatti di cronaca evidenziano un incremento della violenza sulle donne, spesso complice il silenzio, che è il male più grande di questo problema, in particolar modo nei piccoli centri, dove la violenza si consuma nel silenzio e dal silenzio continua ad essere avvolta, un po’ per paura e un po’ per vergogna.
Noi consideriamo che questo chiudersi dentro delle donne e farsene una colpa sia intollerabile, e pensiamo che i comuni tutti dovrebbero proporsi come portavoce della lotta alla violenza sulle donne. Intanto cominciamo noi, del TELEFONO AZZURRO ROSA, con questa iniziativa “Le scarpe di Alice” in collaborazione con Musical-Mente, accademia di musica, teatro ed eventi, alla quale seguirà, quando sarà possibile, una manifestazione chiamata “libera dalla paura e dalla violenza“.
Vi aspettiamo tutti dalle 19.30 presso il Parco Morbidò, ed è gradita una prenotazione al 337 427363
Un sentito ringraziamento ad Ambrosi, Le Perle del Garda e ad Aliprandi, che contribuiranno, con i loro prodotti, ad una piacevole apericena.
Mercato delle Pulci al Telefono Azzurro Rosa
Ci dai una mano?
Sabato 11 settembre, il Telefono Azzurro Rosa ospiterà, presso il parco Morbidò, l’evento organizzato dal Consiglio di Quartiere «Lamarmora» per regalare a quasi trenta giovani aiutati dall’associazione Eméra il materiale scolastico è stato raccolto presso numerosi sponsor e tante donazioni di privati cittadini.
Sarà un’occasione, quindi, per essere ancora una volta vicini ai minori, coerentemente con la mission che dal 1988 costituisce il nostro obiettivo e la ragione della nostra attività. Per questo, ci uniamo al Consiglio di Quartiere «Lamarmora» nel ringraziare quanti hanno collaborato, ed auguriamo ai giovani che interverranno di poter trarre il massimo beneficio dall’anno scolastico che sta per iniziare.
Riflessioni sulla tragedia di Vanessa
A proposito dell’assassinio della giovane Vanessa ad opera del suo ex, vorremmo innanzitutto inviare le più sentite condoglianze alla famiglia Zappalà, che in questo momento si chiederà perché sia accaduta questa cosa e che forse si poteva evitare con più acume, professionalità, tempestività e collaborazione anche con il volontariato locale e nazionale.
Quindi è l’occasione, questa, per rivolgersi a tutte le donne che vivono le stesse situazioni persecutorie di Vanessa, perché sporgano sicuramente la denuncia, ma immediatamente dopo le prime avvisaglie di violenza e minacce, e contemporaneamente si rivolgano anche alle associazioni di volontariato, tipo la nostra, Telefono Azzurro Rosa, per essere accompagnate durante tutto il percorso che seguirà dopo l’avvenuta denuncia, così da garantire che le minacce non abbiano séguito.
Capisco lo scetticismo di chi leggerà quanto stiamo dicendo, ma io mi auguro che tutte le Associazioni che si occupano di Violenza alle Donne siano in grado (e ne sono certa) di mettere in atto tutte le misure necessarie, caso per caso, per evitare quanto accaduto a Vanessa.
Sicuramente dobbiamo fare un salto di qualità, tutti, Scuola, Forze dell’Ordine, Volontari, Consulenti, e perché no, anche Avvocati e Magistrati, per poter collaborare, ciascuno con le proprie competenze, anche se difficilissimo, per porre fine a questo sterminio di donne.
Per quanto riguarda noi del Telefono Azzurro Rosa, ci abbiamo provato tante volte, ma ci siamo resi conto che ognuno pensa al proprio orticello, a danno della soluzione dei problemi.
Siamo a disposizione di chiunque volesse collaborare, per arrivare a dire, finalmente “basta violenza sulle donne”!
Ivana Giannetti
Presidente del Telefono Azzurro Rosa
Un altro femminicidio
Penso a quella giovane e bellissima ragazza di 26 anni, Vanessa Zappalà, uccisa sul lungomare di Acitrezza nel Catanese, con vari colpi di pistola alla testa, dall’ex fidanzato che aveva denunziato per stalking.
Ecco, l’AVEVA DENUNZIATO con coraggio e determinazione: che altro doveva fare?
Che cos’altro può fare una ragazza piena di sogni e di speranze oltre che denunziare, perché quella persecuzione avesse fine?
Qual’è stata la risposta delle Istituzioni competenti, che ben sapevano che il soggetto deteneva un’arma regolarmente denunziata ?
In casi come questo non c’è che un unico rimedio possibile: BRACCIALETTO ELETTRONICO e obbligo di firma 2 volte al giorno in Caserma, o CARCERE duro.
Vogliamo porre fine a queste esecuzioni o aspettiamo che altre donne vengano trucidate?
Basta con queste aberranti violenze e diamo un significato alla solita frase “NO ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE”.
Ma l’avete vista la foto di questa bellissima e dolcissima ragazza assassinata ? A me non dà tregua e, avendo lavorato 40 anni in Polizia, penso che avrebbe potuto essere salvata, come tantissime altre donne.
Non mi spingo mai così oltre, ma alla mia età voglio esprimere tutto il mio dolore per queste assurde morti.
BASTA, BASTA, BASTA!!! e non mi tocca che l’omicida si sia suicidato.
Ivana Giannetti – Presidente del Telefono Azzurro Rosa
Telefono Azzurro Rosa verso l’Afghanistan
Le agghiaccianti notizie che ci giungono dall’Afghanistan ci portano a pensare che ognuno di noi nella sua specificità può fare qualcosa per aiutare, in particolare le persone più fragili, come donne e bambini.
Sicuramente noi siamo tra questi perché da più di trent’anni ci occupiamo di prevenire la violenza sulle donne e sui bambini, anche mettendo a disposizione la nostra Sede. Se ne deduce che siamo disponibili fin da ora ad accogliere donne con bambini in fuga dall’Afghanistan.