Talvolta, anche tra le piccole cronache dei giornali locali – quelle trascurate dalle grandi testate nazionali – si trovano notizie che dovrebbero farci riflettere.
Ricordiamo per esempio l’episodio di un quindicenne trovato a terra, perché ubriaco, che ha rischiato di morire per strada, se non fossero intervenuti degli agenti di Polizia, che hanno provveduto a soccorrerlo, riportandolo poi a casa dai genitori. Quindi, tutto bene quello che finisce bene. Il giorno successivo a questo episodio appare sul quotidiano locale una lettera scritta dalla madre del giovane, la quale accusa innanzitutto il locale che ha servito l’alcol al figlio, poi se la prende con i passanti che non lo avrebbero subito soccorso, ed infine anche con le Forze dell’Ordine, che non avrebbero presidiato adeguatamente la zona.
Nessun ringraziamento a chi ha prestato aiuto al figlio, e nessun rimprovero per il figlio, come ormai è abitudine consolidata di tanti genitori nel nostro Bel Paese.
Ci ha poi colpito la lettera inviata al medesimo giornale di una giovane lettrice di 16 anni, che afferma che si può esplorare il mondo senza sballarsi e senza dover vomitare per strada. Aggiungeva ancora la giovane di essere astemia, di non fumare, di non aver mai fatto uso di sostanze stupefacenti, perché teneva alla sua salute e, di più, alla sua dignità. Concludeva come la madre del giovane, invece di biasimare il figlio in modo anche severo, per essere caduto così in basso, se la prendeva con chi lo ignorava e con chi gli aveva dato da bere. Sottolineava anche che, invece di difenderlo e farlo passare come vittima dell’indifferenza, avrebbe dovuto far capire al figlio che ubriacarsi a quindici anni è vergognoso. Chapeau alla giovane ragazza. Il problema vero di questa vicenda è che, quando i ragazzi sbagliano, molti genitori li difendono invece che ammettere il loro errore. Intervenire a quindici anni è già troppo tardi e sono troppi i giovani che si ubriacano a questa età, come risulta anche dalle statistiche.
Servirebbe, a questo punto, una presa di coscienza da parte dei genitori, il cui atteggiamento iperprotettivo e sempre pronto a scusare tutto, è proprio alla base di tanti fallimenti educativi. Ammettere i propri errori da parte dei genitori, che dovrebbero avere più autorevolezza per correggerli e per recuperare il senso della responsabilità, dovrebbe essere un obiettivo dell’educazione per ogni famiglia. Sono tanti gli adolescenti che già consultano noi del Telefono Azzurro Rosa, e tanti i genitori che con noi si lamentano di giovani violenti: siamo a disposizione di chi volesse un aiuto, con consulenze professionali gratuite.
Ivana Giannetti – Presidente del Telefono Azzurro Rosa